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Raphael nella casa brasiliana di Resende (globoesporte.com) |
A un mese e mezzo dall’infortunio alla mano destra che lo aveva costretto a saltare gara 5 di finale Scudetto 2013 contro Piacenza, Raphael Vieira De Oliveira è tornato a parlare direttamente dal Brasile raccontandosi in esclusiva al sito www.globoesporte.com, uno dei principali portali di informazione sportiva del Paese.
Nella lunga intervista realizzata proprio nella sua casa di Resende, il regista della Trentino Volley ha raccontato qualcosa di più sulle sue attuali condizioni. “Il mio recupero procede bene – si legge – e per questo voglio anche ringraziare lo staff della Nazionale Brasiliana che, malgrado l’infortunio subito, mi ha curato e tenuto costantemente con il gruppo che partecipa alla World League 2013. Non erano obbligati a farlo, visto il mio stato, ma non mi ha fatto mancare davvero nulla. Piano piano sto riacquisendo la mobilità del dito medio della mano destra e sono fiducioso per un pronto recupero. La frattura era scomposta in tre punti differenti, ma per recuperare prima si è preferito non mettere alcun gesso – che avrei dovuto tenere per almeno due o tre mesi – optando invece per la possibilità di inserire tre perni per rinsaldare l’osso. E’ stato difficile restare a guardare gara 5 dalla tribuna, ho provato un senso di grande frustrazione ma ho avuto la fortuna di avere compagni e tifosi che mi hanno fatto forza in un momento del genere”.
“Nella settimana che ha preceduto l’ultima partita sono andato a pranzo con Sintini praticamente tutti i giorni – ha svelato Raphael - ; abbiamo parlato molto e il mio obiettivo è sempre stato quello di dargli tranquillità perché immaginavo quanto nervosismo potesse avere in una situazione del genere. E’ andato tutto bene e sono contento di aver fatto la mia parte seppur da fuori; il palleggiatore è il giocatore che inevitabilmente sente più pressione di tutti gli altri. A maggior ragione è quindi bravo anche Bruninho, che quando gioca con la Nazionale Brasiliana deve sopportare pure quella di dimostrare che non è lì solo perché è il figlio dell’allenatore. E’ un amico e lo ammiro molto”.
“In Italia la pallavolo è un sport molto popolare, a Trento mi sento un po’ come i calciatori in Brasile perché vengo riconosciuto per strada, con i tifosi che mi chiedono di fare foto – ha concluso Raphael - . Per me non è assolutamente un problema, anzi: mi fa molto piacere. Se chiederò a mio figlio Arthur di seguire le mie orme? Mi farebbe piacere se giocasse a pallavolo ma non so se potrebbe uscire di casa a 13 anni come ho fatto io ai tempi: andari in una città diversa da quella in cui vivevo per coltivare il mio sogno. Mi basterebbe che fosse felice di quello che fa”.
Trentino Volley S.p.A.
Ufficio Stampa